sabato 7 marzo 2009

Nanostracchini, Morgellons e scie chimiche (effetto)

(Scie chimiche, nanopolveri e nanostracchini 4/5)
La causa: parlare di scie chimiche diffondendo indistintamente notizie vere, false o manipolate.
L'effetto: nessuno più informa sulle scie chimiche poiché è divenuto un argomento sputtanato.

Ne è un esempio l’articolo di Stefano Maria Chiari pubblicato il 2 novembre 2007 su Effedieffe e successivamente rimosso dalla redazione:
SCIE CHIMICHE

Chi mai non ha notato in cielo il persistere di lunghe scie bianche che seguono il passaggio di aerei in volo?
Nulla di strano, si potrebbe rispondere; già, forse è così, ma non tutti sono del medesimo avviso.
Le «…lunghe scie bianche… , che gli aerei rilasciano al loro passaggio; si chiamano 'scie di condensazione', 'contrails' in inglese. Si tratta di un fenomeno del tutto naturale.
I gas caldi (mix tra vapore acqueo e gas combusti) che fuoriescono dai motori degli aerei venendo a contatto con l'aria fredda dell'atmosfera innescano il processo della condensazione: il vapore acqueo si trasforma in piccoli cristalli di ghiaccio soggetti all'evaporazione.
Per la loro natura, le scie di condensazione si dissolvono in circa 30-50 secondi (in casi particolari posso permanere nell'aria per pochi minuti) e pertanto non possono essere lunghe.
Essendo un fenomeno del tutto naturale, le scie di condensazione seguono determinate leggi fisiche, le quali si possono riassumere in tre principali condizioni fondamentali:
- quote superiori agli 8000 metri;
- umidità relativa non inferiore al 70%;
- temperatura inferiore ai -40 °C.
(Questi valori si possono trovare nelle definizioni di 'contrails' riportate da alcuni manuali di meteorologia, da Wikipedia, dai siti della NASA, FAA, NOAA, EPA e US Air Force).
Le scie che possiamo vedere tutti i giorni, però, sono scie particolari, del tutto diverse dalle scie di condensazione. Queste scie sono molto lunghe e molto persistenti: alcune di esse si estendono da orizzonte a orizzonte e permangono nell'aria addirittura per molte ore.
Altre assumono comportamenti strani: nella loro lunghezza svaniscono in alcuni tratti ma permangono in altri, oppure si espandono a dismisura o ancora si espandono 'a tratti'.
Inconsueto e improbabile fenomeno se si trattasse di semplice vapore acqueo». (1)

C'è dunque chi dubita fortemente che si tratti di semplici scie di condensazione:
«La prima volta che il termine 'chemtrails' (contrazione di 'chemical trails') è apparso su un documento ufficiale è stato nel 2001, nel programma di disarmo presentato al senato americano col nome di Space Preservation Act 2001. Le chemtrails vengono nominate nella sezione riguardante le 'armi esotiche' ma questo documento non viene approvato. L'anno successivo viene approvato lo Space Preservaction Act 2002: il capitolo riguardante le 'exotic weapons', e quindi la voce sulle chemtrails, non compare.
Attraverso le analisi di molti ricercatori e scienziati indipendenti, si suppone che le scie chimiche contengano sostanze chimiche quali sali di bario, ossido di alluminio, torio e altri metalli pesanti.
Dal momento che nessun ente governativo ha mai confermato l'esistenza delle chemtrails, dichiarato lo scopo del loro utilizzo e da quanto tempo vengono adoperate, molti ricercatori hanno iniziato a indagare e a raccogliere indizi e informazioni utili per comprendere questo fenomeno.
Non possiamo sapere, quindi, con certezza l'esatto contenuto delle chemtrails, l'esatto scopo del loro impiego, la data esatta in cui sono state ideate, sperimentate e successivamente irrorate nei nostri cieli.
Ciò di cui disponiamo sono molti indizi che portano verso determinate considerazioni:
- sono scie formate da composti chimici, dannosi per l'ambiente e per la nostra salute,
- vengono utilizzate presumibilmente per scopi militari e in relazione al progetto Haarp, (2)
- il fenomeno è iniziato ad emergere verso la metà degli anni '90,
- le sperimentazioni sono iniziate negli anni precedenti,
- l'irrorazione si è intensificata all'inizio del nuovo millennio,
- esiste una ampia campagna di disinformazione atta a oscurare il fenomeno». (3)

Quali sarebbero gli effetti di queste scie?
In realtà ancora non sono ben noti e neppure certa è la causa per la quale qualcuno avrebbe intrapreso questa impresa dall'ingente impiego di mezzi e denaro; si ipotizza chiaramente che il fine non sia dei migliori.
In rete (4) «le ipotesi più accreditate alle quali studiosi, ricercatori e scienziati sono giunti sono:
- controllo climatico
- implicazioni militari e di H.A.A.R.P.
- coinvolgimento delle multinazionali»
Le conseguenze di questi strani spargimenti di sostanze anomale?
La dottoressa Antonietta Gatti, responsabile del Laboratorio di biomateriali presso il dipartimento delle neuroscienze dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha addirittura collegato (5) il fenomeno delle scie chimiche al diffondersi di una strana malattia: il morbo di Morgellons.
Cos'è?

«Si tratta di una misteriosa malattia che sembra spuntata fuori dritta dritta dagli X-Files, nondimeno coloro che ne soffrono vi diranno che è dolorosamente reale. Immaginate di sudare perle di una sostanza nera simile a catrame, di tirare filamenti colorati da piaghe diffuse su tutto il corpo o di avvertire come se la vostra pelle venga percorsa da insetti.
Miles Lawrence, paesaggista di Florence, Texas, stava facendo i bagagli per un viaggio in macchina a Las Vegas quando si è accorto che il suo dito formicolava; è rimasto incredulo, dice, mentre 'piccole cose spinose' spuntavano dalla pelle nel punto da cui aveva appena rimosso una scheggia. Ha afferrato una delle spine con delle pinzette e ha tirato. Istantaneamente, racconta, una fitta di dolore si è diffusa sul braccio. Ne ha tirata un'altra e il dolore ha serpeggiato su fino al collo. Poi è iniziata la parte veramente raccapricciante.
'Provavo la sensazione di avere degli insetti sotto la pelle delle braccia,' dice Lawrence, 'e mi sono agitato'.
In tutto il paese, migliaia di persone che lamentano lo stesso orribile fenomeno hanno formato un gruppo di subcultura della malattia. Mettono in comune liste di sintomi, ipotesi mediche e racconti delle dispute con medici tradizionali su http://www.morgellons.org, il sito ufficiale della Morgellons Research Foundation, fondata nel 2002 da Mary Leitao a McMurray, Pennsylvania.
Leitao ha denominato la malattia morbo di Morgellons - dal nome di una malattia dai sintomi simili citata in un testo medico del sedicesimo secolo - mentre svolgeva indagini su una malattia cutanea contratta dalla figlia dell'età di due anni.
Il morbo di Morgellons è stato a malapena captato dai radar della medicina tradizionale. Pochi medici ne hanno sentito parlare e ancora meno sanno cosa fare in merito» (6).

Che dire?
Sarebbe davvero assurdo ipotizzare uno scenario in cui chi abbia interesse al guadagno sia disposto a sacrificare la vita e la salute delle persone o del pianeta intero?
In un tempo in cui una madre si sente in diritto di uccidere il figlio che porta nel grembo, nulla potrebbe sorprendere!

Stefano Maria Chiari - Effedieffe

Note
1) da www.sciechimiche.org
2) «Lo scopo dichiarato di H.A.A.R.P. è la ricerca e lo studio delle proprietà della ionosfera. Una ricerca, di solito, avviene effettuando misurazioni che poi vengono elaborate. Come avviene ad esempio con le sonde spaziali inviate su Marte: prelevano campioni, li analizzano e inviano le informazioni ottenute. Successivamente, la stazione ricevente sulla Terra si adopera all'elaborazione. Ma H.A.A.R.P. non è soltanto una stazione ricevente, è soprattutto una stazione trasmittente in grado di inviare nell'atmosfera onde elettromagnetiche ad elevatissima potenza. Quali sono, dunque, le possibili potenzialità di questa 'ambigua antenna'?»
http://www.sciechimiche.org

3) da http://www.sciechimiche.org
4) da http://www.sciechimiche.org
5) da http://www.sciechimiche-zret.blogspot.com
6) da http://mednat.org/cure_natur/morgellons.htm

Breve estratto:
La dottoressa Antonietta Gatti, responsabile del Laboratorio di biomateriali presso il dipartimento delle neuroscienze dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha addirittura collegato (5) il fenomeno delle scie chimiche al diffondersi di una strana malattia: il morbo di Morgellons

Lettere di smentita e scuse da parte della redazione di Effedieffe:
07/11/2007
12.00
Doverosa smentita della redazione

Pubblichiamo 3 lettere di diretti interessati che smentiscono quanto erroneamente riportato nell'articolo "Scie chimiche" del 2 novembre a proposito di un collegamento tra il fenomeno delle scie e il morbo di Morgellons.
L'articolo in questione viene perciò doverosamente rimosso.
La redazione e l'autore, tratti in inganno da una manipolazione delle fonti di cui non potevano essere a conoscenza (Fonte), si scusano per l'accaduto.


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Ill.mo direttore,

vedo nell’ articolo di Stefano Maria Chiari intitolato le scie chimiche che vengo citata a supporto di una teoria sulle scie chimiche.

Non ho mai rilasciato un’intervista a tale giornalista, non ho mai collegato patologie con le scie chimiche.

So di un sito realizzato da due persone che hanno preso una mia dichiarazione (commento impostato) fatta in un forum mondiale “webnanodialogue” , quindi in un contesto scientifico internazionale sulle nanotecnologie, l’hanno copiato ed inserito in un loro contesto dando un altro significato.
Copiano mie dichiarazioni in inglese e le traducono a loro uso e consumo per avvalorare delle loro tesi che non trovano riscontro nella scienza ufficiale.
Non so neanche cosa sia la patologia che loro citano (Morgellons?).
NON HANNO MAI PRESO DIRETTAMENTE SULLA SCIA UN CAMPIONE DI SOSTANZA E L’HANNO ANALIZZATO.
NON HANNO MAI FATTO STUDI EPIDEMIOLOGICI.

La ringrazio per la sua collaborazione.

Dott.ssa Antonietta Gatti
Laboratorio dei Biomateriali
Dipartimento di Neuroscienze
Università di Modena e Reggio Emilia


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A proposito di quanto apparso sul sito www.effedieffe.com a firma di Stefano Maria Chiari il 2 novembre scorso, smentisco nella maniera più recisa che la dott.ssa Gatti, collaboratrice del laboratorio Nanodiagnostics, abbia mai legato la presenza di scie chimiche al cosiddetto morbo di Morgellons.
So che altri siti hanno affermato questo, ma si tratta di pura invenzione.
La prego, pertanto, di provvedere a correggere quanto erroneamente pubblicato.

Dott. Stefano Montanari
Direttore Scientifico
Laboratorio Nanodiagnostics


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Buongiorno,

premetto che sono un vostro affezionato lettore ed ho anche avuto, tempo fa, il piacere di intrattenermi con Maurizio Blondet a Teramo in occasione della conferenza tenuta dal prof. Moffa(forse Maurizio si ricorda di me)...e sono anche un attivista e collaboratore del sito sciechimiche.org.
In riferimento all'articolo "Scie chimiche" di Stefano Maria Chiari, è mio desiderio far presente una situazione incongrua e inattendibile riportata in esso, cioè l'affidabilità della fonte riportata nella nota 5 e a cui ha fatto seguito, con le relative speculazioni dello scrivente, il resto dell'articolo stesso, cioè:

"La dottoressa Antonietta Gatti, responsabile del Laboratorio di biomateriali presso il dipartimento delle neuroscienze dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha addirittura collegato (5) il fenomeno delle scie chimiche al diffondersi di una strana malattia: il morbo di Morgellons".

Purtroppo questo è un episodio di manipolazione informativa in quanto la dr.ssa Gatti non ha assolutamente menzionato e/o associato e/o fatto alcun riferimento a tale patologia, nè sotto forma di morbo di morgellons in sè e per sè, nè sotto forma di un qualche genere specifico di nanomacchine, cioè nanoparticelle identificate come facenti parte di un preciso e preordinato sistema di penetrazione e invasione negli organismi viventi.
Tant'è vero che, come si evince da questa fonte, il dr. Stefano Montanari, marito della dr.ssa Gatti, risponde:
"Una lunga e triste esperienza mi ha alla fine convinto ad infischiarmi di tutte le fesserie che si attribuiscono a me o a mia moglie. Giornali, TV, radio e blog vari (tra questi anche uno molto grosso) si sbizzarriscono nelle assurdità più bizzarre. A noi sono attribuibili solo le cose che diciamo e tutto il resto è abusivo......A proposito del cosiddetto morbo di Morgellons, anche di questo mi è stato chiesto di occuparmi ma non ho alcun elemento per farlo. Tempo fa tentai di coinvolgere un centro di ricerca americano che diceva di avere casi in una sorta di studio, ma non ebbi alcun riscontro"

Spero che questa documentazione che vi fornisco serva ad una migliore definizione del triste fenomeno delle scie chimiche, senza per ciò sminuirne la gravità od il carattere di clandestinità che lo contraddistinguono.

Grazie per l'attenzione ed i migliori saluti ed auguri di buon proseguimento nella vostra attività editoriale

Amedeo


Botta e risposta con la redazione di Effedieffe:

07/11/2007
21.00
Botta e risposta sull'articolo "Scie chimiche"


Egregio e gentilissimo Signor Direttore,

speriamo che Lei gentilmente pubblichi questa nostra, in cui, non ricorrendo ai lenocinii di tale Amedeo di Pescara, verremo subito al dunque.
In merito all'articolo pubblicato dal Dottor Chiari, inerente al problema delle scie chimiche e che la Redazione di EFFEDIEFFE ha ritenuto opportuno rimuovere in seguito alla richiesta dell'esimia Dottoressa Gatti, teniamo a precisare quanto segue.

Il testo da noi pubblicato è stato desunto da un forum pubblico e tradotto accuratamente. (cfr infra testo in corsivo)
Se vuole, può cimentarsi in una traslazione per controllarne l'aderenza all'originale in inglese.
Il Dottor Montanari è stato contattato in seguito ad un intervento diffamatorio, da lui pubblicato sul suo sito, nei nostri confronti.
Il commento era prima anonimo e poi è stato firmato con uno pseudonimo di un personaggio noto per il suo ruolo di disinformatore.
Montanari, in una sua cortese risposta agli scriventi, così si esprime: "Per quanto riguarda il cosiddetto morbo di Morgellons, a noi sono capitati due casi che lo avrebbero potuto richiamare e per questi abbiamo a suo tempo chiesto un aiuto negli U.S.A., ma non ci è mai arrivata alcuna risposta".
In altri casi, l'illustre Dottor Montanari riconosce l'esistenza del problema scie chimiche, ma invita noi, umili mortali, ad analizzare le tele di ricaduta, esame che abbiamo già eseguito, come da articolo inviato al ricercatore. Esortandoci a compiere analisi ,"forse" competenza di medici ed esperti quali Montanari, egli mostra di non aver nemmeno aperto il documento relativo alle analisi di cui sopra, testo a lui segnalato tramite link, né, tanto meno, di averlo letto.

Quanto all'intervento dell'inclita Dottoressa Gatti, puntualizziamo che non abbiamo mai affermato che ella individua un nesso tra scie chimiche e Morgellons, a differenza della Dottoressa Hildegarde Staninger e di molti altri luminari statunitensi (Castle, Karyoo, Spencer, Scott etc.), ma ci siamo espressi nel mondo seguente: "La Dottoressa Gatti, nell'ambito di questi temi, ha recentemente scritto in merito alle nanoparticelle ed alle patologie correlate. Sebbene la scienziata italiana non citi il Morgellons, è sintomatico che abbia espresso il suo punto di vista, riferendo di aver studiato 700 evidenze in pazienti nel cui organismo sono state trovate nanoparticelle. Si suppone quindi che le persone affette da questi sintomi siano molte di più, in considerazione del fatto che la maggioranza dei medici non conosce assolutamente l'eziologia e la sintomatologia del morbo di Morgellons".
Ora se la Dottoressa Gatti e coloro che si atteggiano a suoi esegeti, non conoscono il significato della congiunzione subordinante concessiva "sebbene", non significa che ci si possa accusare di aver distorto, più o meno deliberatamente, il loro pensiero cui noi, ricercatori NON cattolici, consiglieremmo di mandare a memoria una frase evangelica: "La tua risposta sia sì o no: tutto il resto viene dal diavolo".
Stare con un piede in due staffe, significa rischiare di cadere, prima o poi, ed anche ingloriosamente.

Antonietta M. Gatti: "In my capacity of past coordinator of the European Project: Nanopathology: The role of micro and nanopartcles in inducing pathologies (2002-05) and the present European project on Nanotoxicity, I say that the behaviour of NanoParticles inside the human body is peculiar. The physiological barriers do not exist for NPs. They can reach all the internal organs, if inhaled or ingested with food; that means that they were found (and photographed) in the gonads or in the brain.
When they are entrapped in the tissues, since they are not biodegradable nor biocomapatible, they can induce a reaction (a pathology). This evidence I evaluated in more than 700 patients, does not mean that nanotechnologies must be rejected. We need nanotehcnologies and nanotechnological tools in order to face problems also medical that occur at nanoscale level.
We are in a similar situation of the Curies, two centuries ago. They discovered the radioactive materials and radioactivity. But only after an initial enthusiam and after hundred of deaths, we learned how to manage them in a safe way. It is possible to avoid their side effects".

Traduzione: "Nella mia veste di coordinatrice nell'ambito del trascorso progetto europeo denominato Nanopatologie: Il ruolo delle micro e nanoparticelle, induzione di patologie (2002-05) ed il presente progetto europeo sulla Nanotossicità, affermo che il comportamento delle Nanoparticelle all'interno del corpo umano è peculiare. Le barriere fisiologiche non esistono per le nanoparticelle. Esse possono raggiungere tutti gli organi interni, se inalate o ingerite con gli alimenti; il che significa che esse sono state trovate (e fotografate) nelle gonadi e nel cervello.
Quando sono intrappolate nei tessuti, dal momento che non sono biodegradabili né biocompatibili, esse possono indurre una reazione (una patologia).
Queste prove sono state valutate in più di 700 pazienti e ciò non significa che le nanotecnologie debbano essere respinte. Abbiamo bisogno di nanotecnologie e di strumenti nanotecnologici per affrontare i problemi anche medici che si riscontrano a livello di nanoscala.
Siamo in una situazione simile a quella dei coniugi Curies, due secoli fa. Scoprirono elementi radioattivi e la radioattività, ma solo dopo un primo entusiasmo e dopo centinaia di morti, abbiamo imparato a gestirli in modo sicuro. È possibile, al fine di evitare i collaterali effetti indesiderati.
Dr Antonietta Gatti"

Le saremmo molto grati se pubblicasse la nostra precisazione.
Tra l'altro l'egregia Dottoressa Gatti con sicumera afferma che non abbiamo mai eseguito analisi delle sostanze contenute nelle scie.
Ciò non è assolutamente vero: perché non si è documentata l'esimia ricercatrice, prima di lanciarsi in questa affermazione arbitraria?

Attendiamo quindi una doverosa rettifica.

Cordialità

Antonio e Rosario Marcianò


RISPOSTA


Mi devo essere perso qualcosa di questa polemica (sa, Chiesa...).
Ma se vuole, do la mia testimonianza: alle scie chimiche io personalmente ci credo, perché le vedo.
Basta alzarsi un po' presto al mattino, e il cielo di Milano, se è sereno, è tutto un reticolato di scie.
Non sono sicuramente scie di condensa dei jet, perché sono a quota bassa.
Le fanno aerei molto silenziosi, che arano il cielo con sistematica laboriosità.
Perché?
So che è stato risposto che si tratta di segreto militare NATO.
Sul web circolano molte ipotesi, alcune forse esagerate e fantastiche, forse alcune diffuse a scopo disonformativo e di discredito del fatto.
Forse la malattia di Morgellon è una di queste, forse no.
Ma il "fatto" c'è, e basta guardarlo. Ed è inquietante.
Non me ne occupo perché altri lo fanno da più tempo e meglio, e non ho particolari competenze in questo campo.
Rimando a chi ne sa di più, con la sola avvertenza di cui sopra: occhio alla dezinformatija.

Maurizio Blondet


Le mie personali considerazioni nel prossimo post.



7 commenti:

Nico ha detto...

Gente che vuole solo vivere sul terrore degli altri.. ma pagherà.
Antonio e Rosario Marcianò avranno quello che meritano.

AcarSterminator ha detto...

«... a differenza della Dottoressa Hildegarde Staninger e di molti altri luminari statunitensi» (Antonio e Rosario Marcianò)

Il termine luminare associato al Hildegarde Staninger... grida vendetta! ;-)
La "dottoressa " nonché "ricercatrice" (naturalmente indipendente).


«alle scie chimiche io personalmente ci credo, perché le vedo.» (Maurizio Blondet)

Un uomo, un perché.

arturo ha detto...

ora esce il film toxic skies

http://www.youtube.com/watch?v=qGNRvWMRuPU

ricordiamo che il FILM E' BASATO SU UNA STORIA VERA

http://www.youtube.com/watch?v=3VLNNwiKvlE

Nico ha detto...

Arturo.. guarda che altro bel film esce.. è un documentario scientifico

http://nico-murdock.blogspot.com/2009/03/sono-solo-avvoltoi.html

Nico ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Nico ha detto...

Mi fa piacere che basiate tutte le vostre credenze su un film ora.. magari a breve diventate anche dei Jedi..

Ruk ha detto...

Ciao arturo, visto che sei qui mi piacerebbe un tuo commento possibilmente obiettivo sulla questione del post qui sopra.

Per quanto riguarda il film da te indicato, più che tratto da una storia vera mi sembra un remake di un altro film dove il protagonista (un uomo paffutello e pelato ma non di orgine sanremese) canticchia: "Spider Pork, Spider Pork il soffitto tu mi spork. Tu mi balli sulla test e mi macchi tutto il rest. Tu quaaaaaa! Ti amo Spider Pork!

La trama è molto simile: epidemia, città in quarantena (non Seattle ma Springfield), il capo dell'EPA che manipola il Presidente convincendolo nel complotto governativo, vittime innocenti, eroe protagonista che si prodiga a salvare la città.

Ormai le sceneggiature sono poco originali: 31 anni fa c'era Capitan Trips, oggi i virus provenienti dal cielo.

Purtroppo affermare che Toxic Skyes è un film che denuncia l'infame operazione "scie chimiche" ha l'unico risultato (e forse anche scopo) di ridicolizzare ulteriormente il fenomeno.