sabato 28 febbraio 2009

Uranio impoverito e scie chimiche

(Scie chimiche, nanopolveri e nanostracchini 2/5)


Estratto dell’articolo del 10 gennaio 2009 scritto da Pier Paolo Saba e pubblicato da Tankerenemy (link):
Qualora la commissione d’inchiesta, di cui fa parte anche la Dr.ssa Antonietta Gatti, responsabile del Centro di ricerca sperimentale sulle nanoparticelle di Modena, affermi che sono solo ed esclusivamente le polveri ultrasottili generate dalle altissime temperature (oltre tremila gradi centigradi) a generare le forme cancerose tristemente registrate, si potrebbe pensare ad una strategia per non accennare alle scie chimiche ed agli effetti che esse producono sull’uomo.

Commento del Dottor Montanari sul suo sito (link):
Le scie
Scritto da Stefano Montanari


Ci ho fatto il callo: qualunque cosa faccia, troverò sempre i quattro pensionati mezzi avvelenati al tavolino dell’osteria (citazione di stagione da Fabrizio De André) che la sanno lunga e che danno la stura alla loro fantasia per inventare le accuse più bizzarre.


Se una volta mi preoccupavo, adesso riesco a trovarci il lato umoristico.

È recentissima l’uscita di un blog (http://www.tankerenemy.com/2009/01/uranio-impoverito-e-scie-chimiche-la.html) che, inopinatamente, tira in ballo direttamente mia moglie e me poco dopo a proposito delle scie chimiche, un argomento sul quale mi sono intrattenuto infinite volte e che fa persino parte delle f.a.q. di questo blog.

In breve, quelle cose le vedo anch’io ma qualcuno mi spieghi come faccio a dire che cosa diavolo c’è dentro. C’è chi viene da me con un cartoccetto di polvere raccattata a terra giurando che è caduta da uno stormo di aerei che volano a qualche chilometro da terra, ma la sua asserita provenienza è nulla più che un atto di fede. Atto di fede che non ha valore scientifico, naturalmente, e che dimostra l’assoluta mancanza di conoscenza specifica di questi signori con i quali condivido la curiosità ma non certo l’atteggiamento da tifosi.

Se io analizzassi (come ho già fatto, con la persona che mi ha chiesto l’analisi che poi si è dileguata lasciando il conto in sospeso) quella roba e ci trovassi (come ho trovato) particolato inorganico, come potrei sostenere che non viene da qualche fabbrica, da un inceneritore o da chissà che, ma viene invece dagli aerei? Qualsiasi persona con un minimo di conoscenza scientifica o anche solo dotata di normale buon senso avrebbe tutto il diritto di dubitare della mia serietà.


Se non avete altro da fare, vi invito a leggere non solo quello che è riportato nel blog di cui sopra, ma la mia risposta che trascrivo qui perché, come potrete leggere al diciassettesimo commento, ci si rifiuta di pubblicarla, a testimonianza dell’onestà di quel sito e della sua effettiva autorevolezza. La filosofia è che non importa se ho detto fesserie: l’importante è quello che mi è balzato in testa di dire, anche se è frutto di pura fantasia.
Va da sé che non corrisponde assolutamente al vero che noi non abbiamo lavorato sui luoghi di guerra ma solo intorno ai poligoni o che io abbia censurato un post di qualcuno che mi avrebbe “risposto per le rime” non è chiaro su che cosa (perché mai avrei dovuto censurare?), ma questo non ha la minima importanza, così come non ha importanza non essersi documentati sul nostro lavoro. L’importante è sparare. Qualcuno disposto a seguire si trova sempre e, dunque, sparare non è mai fatica sprecata.

Comunque, per chi ha tempo da perdere, ecco il mio commento censurato:


Egr. sig. Saba, magari vediamo di non aggiungere cattiva informazione a cattiva informazione. Io sono il direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena in cui lavora part time la dott.ssa Gatti, responsabile del Laboratorio dei Biomateriali dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il centro che lei menziona nel suo articolo semplicemente non esiste, così come non esiste alcuna dichiarazione scritta o verbale da parte della Dottoressa o mia che affermi quanto da lei riportato. Che le nanoparticelle generate da esplosioni non solo da bombe all'uranio ma pure da quelle al tungsteno o, comunque, da processi combustivi ad alta temperatura si trovino a livello dei tessuti tumorali (ma anche di altri tessuti affetti da nanopatologie) è testimoniato in maniera certa e coerente da un numero molto alto d’indagini eseguite presso il nostro laboratorio. Peraltro, il progetto europeo Nanopathology di cui la dott.ssa Gatti è stata coordinatrice non lascia adito a dubbi. Che non esistano concause all’insorgenza della malattia è cosa che non è mai sovvenuta a nessuno. Che noi non abbiamo il minimo interesse ad attribuire l'origine di quelle polveri ad una fonte piuttosto che ad un'altra è altrettanto indubitabile, visto quanto intaschiamo o intascheremmo comunque. Per quanto riguarda il problema delle scie chimiche, io sono stato interpellato decine di volte e ho sempre risposto che le vedo anch’io ma fino a che qualcuno non mi fornirà un campione di quel materiale (cosa tecnicamente possibile ma costosa) né io né la dott.ssa Gatti avremo argomenti scientifici per prendere posizione. Mi chiedo, comunque, per quale motivo noi dovremmo cercare di nascondere un problema come quello delle scie chimiche. Se lei avrà la pazienza d’informarsi correttamente, magari leggendo il libro Nanopathology che la dott.ssa Gatti ed io abbiamo scritto o il mio libro Il Girone delle Polveri Sottili (trova i ragguagli su www.stefanomontanari.net) vedrà che avrà modo di capire meglio il nostro lavoro e non incorrerà più nelle interpretazioni invero curiose che esterna.

Stefano Montanari



Resta il fatto che, come ho dichiarato in ogni occasione, io sono sempre disponibile ad analizzare le polveri prelevate in modo scientificamente corretto.


Un dubbio: Perché sono venuti ad attaccare proprio noi, proprio adesso che arriva qualche soldo per gli ammalati, e proprio adesso che le nanopolveri sono state ufficialmente riconosciute come causa patogena? Non è che questi signori cerchino, magari a rischio di rendersi ridicoli, di distogliere un’attenzione in certi ambienti fastidiosa riguardo alle armi all’uranio impoverito e al tungsteno o riguardo alle polveri che quella fonte splendida di guadagno illecito che sono gl’inceneritori assicurano, per dirottare quell’attenzione altrove?

6 commenti:

Nico ha detto...

La domanda di Montanari non è affatto da tenere fuori considerazione.. se tanti credono a teorie di complotto, perchè non si può credere che i fratelloni abbiano interessi di parentado dove c'è l'emergenza rifiuti?

Anonimo ha detto...

Probabile, visto che hanno origini partenopee e un fratello che vive in Sardegna.

Ma perchè non lo lasciano in pace al povero Montanari? Sta portando avanti la sua ricerca andando in giro per l'Italia ad elemosinare fondi, ostacolato da chi pensa al proprio tornaconto, e deve pure perdere tempo dietro a 'ste cazzate?

Ce ne fossero di più persone come lui in Italia!!

Beppe.

Anonimo ha detto...

Senza dubbio
come spesso avviene,
é necessario,
monitorare tutto, anche in modo
omogeneo

Ruk ha detto...

@Anonimo
E' una questione di obiettività. In ogni caso ti
sono grato perché mi hai fatto
sorridere con il tuo commento ma
spero non fosse riferito a me o
è così??

? :)

Hanmar ha detto...

ROTFL :D

Saluti
Michele

Ruk ha detto...

Ops.

Apprendo ora dal Blog di Essse di aver scambiato una persona per un'altra. Spero che la prima non si offenda ma non pensavo che la seconda potesse raggiungere tali livelli di infantilismo.

Comunque, se ieri il messaggio dell' "anonimo" sgamato mi aveva fatto sorridere, oggi mi fa proprio ridere :D

E' anche divertente sapere che abbiamo una cosa in comune: entrambi vediamo pubblicati i propri commenti sul blog dell'altro. Chissà che delusione quando scoprirà che in realtà **** sono io :p